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Dino Betti van der Noot: Notes Are But Wind

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Dino Betti van der Noot: Notes Are But Wind
Torna con un nuovo lavoro orchestrale del suo genere Dino Betti van der Noot, probabilmente il nostro miglior compositore attualmente in attività, autore di album che, negli ultimi anni, hanno ripetutamente sbancato le classifiche del jazz italiano. E neppure questo Notes Are But Wind -titolo che, come quello del suo ultimo brano, "The Rest Is Music," è la parafrasi di una citazione di Shakespeare, autore assai caro a Betti van der Noot -fa eccezione, avendo appena vinto il referendum di Musica Jazz.

Il lavoro vede schierata un'orchestra di venti elementi che dà vita a cinque lunghi, complessi e cangianti brani. Manca stavolta la voce (tranne dei curiosi "sussurri" in "Memories from a Silent Nebula," tratti dal Carrol di Alice nel paese delle meraviglie e ancora da Shakespeare), mentre due pezzi erano già presenti in They Cannot Know, del 1987, ma qui vengono riproposti con nuovi arrangiamenti e, soprattutto, interpreti diversi.

Come nella tradizione di Betti van der Noot, l'album è complessivamente epico e maestoso, ma al tempo stesso delicatamente malinconico e a tratti persino ironico: il terzo brano, "In the Deep Bosom of the Ocean," è dedicato agli esuli che naufragano nel Mediterraneo ma nasce da una parafrasi della "Canzoni dei sommergibili..."

Tra le cose che caratterizzano il lavoro vi è la presenza, da misurato protagonista, del basso elettrico di Gianluca Alberti, che accompagna sempre le ricche e mutevoli linee orchestrali con il suo ben netto timbro. Una presenza che richiama certe sonorità dell'ultimo Gil Evans, riferimento costante di Betti Van Der Noot. Oltre a lui, ovviamente non manca lo spazio ai solisti, tutti eccellenti, tra i quali emergono Alberto Mandarini ("In the Deep Bosom of the Ocean"), in più brani Emanuele Parrini, Niccolò Cattaneo e Vincenzo Zitello, che con la sua arpa bardica caratterizza varie scene del lavoro, ma soprattutto Sandro Cerino, fantastico multistrumentista che qui colpisce in particolare nella traccia d'apertura, ov'è impegnato al dizi, flauto cinese di bambù.

Notes Are But Wind si conclude con un brano dedicato alla memoria dell'amico Giorgio Gaslini, "The Rest Is Music," dall'incedere corale screziato dal sax di Giulio Visibelli, che verso la fine si frange in pause per poi sfumare in un silenzio rispettoso del Maestro e della Musica tutta.

Una musica bellissima, mai scontata, quella di Notes Are But Wind. E anche una musica rara, ovunque nel mondo e non solo qui in Italia, dove -anche per impossibilità materiali -nessuno neppure prova più a farla. Un merito in più per Dino Betti van der Noot.

Track Listing

Notes Are But Wind; Memories from a Silent Nebula; In the Deep Bosom of the Ocean; Midwinter Sunshine; The Rest Is Music - Dedicated to Giorgio Gaslini.

Personnel

Dino Betti van der Noot
composer / conductor

Giampiero Lo Bello, Alberto Mandarini, Daniele Moretto, Alberto Capra: trombe e flicorni; Luca Begonia, Stefano Calcagno, Enrico Allavena: tromboni; Gianfranco Marchesi: trombone basso; Sandro Cerino: dizi, flauti, didgeridoo, clarinetto basso, sax contralto; Francesco Bianchi: clarinetto, sax contralto; Giulio Visibelli: flauti, sax soprano e tenore; Claudio Tripoli: flauto, sax tenore; Gilberto Tarocco: flauto alto, clarinetto, clarinetto basso, sax baritono; Luca Gusella: vibrafono; Emanuele Parrini: violino; Niccolò Cattaneo: tastiere; Vincenzo Zitello: arpa celtica; Gianluca Alberti: basso elettrico; Stefano Bertoli, Tiziano Tononi: batterie e percussioni.

Album information

Title: Notes Are But Wind | Year Released: 2016 | Record Label: Stradivarius


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A New Kind of Dance

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